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mercoledì 2 dicembre 2020

dicembre 02, 2020

La solitudine di "Stoner", un romanzo senza epoca.


Autore:
John Williams

Titolo: Stoner

Anno di pubblicazione: 1965

Edizione: Fazi, 2016

Traduzione: Stefano Tummolini


Stoner è un libro semplice sotto diversi aspetti: la trama non presenta avvenimenti straordinari, il protagonista è lavoro da qualsivoglia rappresentazione di eroe letterario e anche la struttura narrativa di per sé non offre grandi novità a chi legge. Tuttavia, Stoner rappresenta per molti lettori, me compresa, uno dei libri più intensi e belli mai letti.


Stoner viene scritto nell'arco di cinque-sette anni e viene pubblicato nel 1965, senza disturbare troppo il mercato editoriale americano: vende poco più di duemila copie e viene quasi dimenticato fino alla pubblicazione dell'edizione inglese negli anni '70. Da quel momento Stoner inizia a farsi strada timidamente tra i lettori fino ai giorni nostri, e come allora, anche noi ci chiediamo ancora ancora perché questo romanzo non abbia mai avuto davvero il riconoscimento che merita. 


Da un punto di vista storico-letterario, potremmo spingerci abbastanza oltre da dire che Stoner è stato scritto e pubblicato nel periodo sbagliato. Una prosa come quella di Williams. non ha avuto abbastanza attrattiva per un mercato editoriale in piena transizione tra modernismo e postmodernismo. Accanto a un autore come Saul Bellow, che venne pubblicato nello stesso periodo dalla stessa casa editrice a cui John Williams aveva affidato Stoner, non c'erano molte speranze per uno scrittore come Williams; come non ce ne sarebbero state se fosse stato messo a confronto con qualsiasi altra opera letteraria del periodo. Anche per un pubblico ancora abituato alle strutture moderniste, Stoner risultava fin troppo semplice.


Nella situazione letteraria attuale, però, Stoner potrebbe davvero trovare i suoi lettori e lettrici.


Tuttavia, ancora oggi questo romanzo rimane un mistero per chi lo legge e per chi prova a trovare le ragioni dietro a tanto fascino. Come può un romanzo tanto semplice colpire così tanto a fondo nella sensibilità delle persone e rimanere nella memoria tanto a lungo? Sono domande che mi sono posta per mesi dopo averlo finito.


La risposta, sempre un po' parziale e mai troppo soddisfacente, è arrivata in un periodo di difficoltà profonda in cui mi sentivo davvero molto triste e sola. Stoner mi è tornato in mente con una velocità spaventosa e...mi sono sentita meglio. Ci sono libri, come Stoner, che non riesci a comprendere fino in fondo ma che toccano corde profonde come quella della solitudine. Perché William Stoner, il protagonista, l'eroe del romanzo (come è stato definito da molti critici) è una persona sola e solitaria e la sua vita ci viene presentata sin dall'inizio in maniera semplice e lineare.


La struttura del romanzo sfida narrativamente qualsiasi avanguardia letteraria, che sia di stampo modernista o postmodernista, e ci spinge a leggere ogni parola con calma, lentezza e pazienza. L'effetto che le parole hanno su di noi è dovuto allo stile semplice ("plain", come è stato spesso definito in passato) di Williams, ma nella sua semplicità si percepisce una cura nella scelta delle parole in ciò che viene narrato che ho riscontrato solo in Uomini e topi di Steinbeck. Quasi un altro caso di poesia in prosa, anche se le differenze nelle due tecniche narrative sono molto distinte.


William Stoner si iscrisse all'Università del Missouri nel 1910, all'età di diciannove anni. Otto anni dopo, al culmine della prima guerra mondiale, gli fu conferito il dottorato in Filosofia e ottenne un incarico presso la stessa università, dove restò a insegnare fino alla sua morte, nel 1956. Non superò mai il grado di ricercatore, e pochi studenti, dopo aver frequentato i suoi corsi, serbarono di lui un ricordo nitido. Quando morì, i colleghi donarono alla biblioteca dell’università un manoscritto medievale, in segno di ricordo. Il manoscritto si trova ancora oggi nella sezione dei “Libri rari”, con la dedica: «Donato alla Biblioteca dell’Università del Missouri in memoria di William Stoner, dipartimento di Inglese. I suoi colleghi». Può capitare che qualche studente, imbattendosi nel suo nome, si chieda indolente chi fosse, ma di rado la curiosità si spinge oltre la semplice domanda occasionale. I colleghi di Stoner, che da vivo non l’avevano mai stimato gran che, oggi ne parlano raramente; per i più vecchi il suo nome è il monito della fine che li attende tutti, per i più giovani è soltanto un suono, che non evoca alcun passato o identità particolare cui associare loro stessi o le loro carriere.


La storia di Stoner ci viene presentata attraverso un narratore in terza persona, che segue il personaggio in modo opposto a noi lettori: non si sbilancia troppo se non nell'esprimere candidamente una certa empatia per Stoner, pur riuscendo a mantenere una distanza che, paradossalmente, si scontra con il modo in cui Stoner viene caratterizzato e definito nel corso della storia. Se all'inizio la sensazione è quella di avere di fronte un vero e proprio personaggio apatico, una persona incapace di sentire emozioni o stimoli alla vita, con il passare delle pagine scopriamo un personaggio che dedica la sua intera esistenza al "sentire la vita". Per Stoner la vita è rappresentata soprattutto dalla letteratura, che fa sentire vivo lui e ciò che lo circonda. Dice bene Mel Livatino - e come lui tanti altri critici contemporanei - quando sottolinea che Stoner viene distrutto dalla vita che si trova a vivere, ma non viene sconfitto. Ed è una consolazione amara per noi che leggiamo, ma una possibilità per rivalutare la nostra condizione.


Stoner non viene sconfitto perché nonostante tutto è consapevole di sé stesso, non cede quando viene messo in dubbio il suo ruolo e il suo essere William Stoner.


Mentre sistemava la stanza, che lentamente cominciava a prendere forma, si rese conto che per molti anni, senza neanche accorgersene, come un segreto di cui vergognarsi, aveva nascosto un'immagine dentro di sé. Un'immagine che sembrava alludere a un luogo, ma che in realtà rappresentava lui. Era dunque se stesso che cercava di definire, via via che sistemava lo studio.


La solitudine e la tristezza di Stoner non possono sconfiggere nemmeno noi che leggiamo con trasporto la vita di un uomo raccontata nell'unico modo in cui sarebbe potuta essere raccontata. Leo Robson non pensa che la riscoperta del valore di Stoner sia dovuta a un cambiamento culturale e in parte sono d'accordo con lui. Stoner è stato sicuramente figlio di una visione dell'esistenza umana diversa da quella dei contemporanei di John Williams, ma è c'è un altro punto importante da sottolineare.


Stoner è un romanzo che non avrà mai un'epoca "giusta" per essere apprezzato veramente. Tuttavia, avrà sempre dei lettori pronti a seguire pagina dopo pagina la vita di un uomo semplice che, in ogni sua piccola sfumatura, rappresenta un po' tutti noi. In passato, ora o in futuro, Stoner non verrà mai sconfitto definitivamente perché, come il suo protagonista, rappresenta il "mood of proud forbearance" (Robson), e che rimane intrappolato nella sua stessa bellezza che gli impedisce di trovare un posto specifico nel mondo e nella storia della letteratura.


Ma è proprio grazie alla sua bellezza che Stoner troverà sempre qualcuno disposto a iniziarne la lettura.


Bibliografia:

Livatino, Mel. "Revaluation: A Sadness Unto The Bone: John Williams’S Stoner". The Sewanee Review, 2010, pp. 417-422.

Robson, Leo. "John Williams And The Canon That Might Have Been". The New Yorker, no. March 18, 2019, 2019, pp. 71-77.

Wakefield, Dan. "John Williams, Plain Writer". Ploughshares, vol 7, no. 3/4, 1981, pp. 9-22.

martedì 24 dicembre 2019

dicembre 24, 2019

Letture sotto l'albero - i libri da regalare

Buongiorno lettrice e lettore e buone feste!

Devo ammettere che mi fa un po' strano rimettermi a scrivere un articolo per le letture sotto le feste, ma sono comunque contenta. Quest'anno, le letture non saranno propriamente a tema natalizio perché il primo semestre all'università mi ha dato una mazzata sulle spalle non indifferente e gli impegni sono triplicati.

Tanto perché ci piace cambiare - come alle scale di Hogwarts - ho deciso che per mantenere comunque la tradizione di Letture sotto l'albero non ti consiglierò libri che parlano solo del Natale ma romanzi e saggi che credo siano perfetti da dare in dono a chi amiamo di più. Ci sono libri che ho letto e che mi hanno riempito il cuore, altri la mente e altri ancora l'anima - addirittura, sì! - e credo che non ci sia regalo più bello del condividere le gioie della lettura con chi abbiamo vicino.

Un libro per riempire il cuore

Il primo che ho il piacere di consigliarti è un classico che, forse, viene letto troppo poco da adulti. Parlo di Matilda di Roald Dahl, romanzo meraviglioso e sincero sulle avventure di una bambina di cinque anni e mezzo alle prese con un mondo di adulti che non solo non la capisce, ma si fa anche beffa di lei. 

La storia, forse, è conosciuta ai più grazie all'adattamento cinematografico del 1996, film con il quale ho scoperto la storia quando ero una bambina. Matilda è una bambina sola nella sua famiglia, nei confronti della quale il narratore non risparmia taglienti critiche o commenti espliciti sull'ignoranza diffusa in casa Wormwood. Matilda, però, scopre piccolissima i libri che le daranno quella compagnia e quell'amore che sempre aveva sentito mancarle intorno. Il libro è abbastanza diverso dal film, perché sebbene l'elemento magico sia presente in entrambi, nel romanzo fa la sua apparizione dopo la metà. Sembra quasi che Dahl abbia voluto concentrarsi non tanto sulla "facile soluzione" che la magia avrebbe potuto offrire a Matilda per vendicarsi, in qualche modo, di questo mondo di adulti incapace di ascoltare e comprendere la saggezza dei bambini e dei libri, bensì sull'importanza di affrontare questo stesso mondo per potersene distaccare definitivamente. 

Matilda non è un libro sdolcinato o intriso di una leziosità nauseabonda, tutto il contrario: si tratta di una storia sincera, profonda e reale, cosparsa di una tenerezza che solo i bambini e gli adulti più capaci ad ascoltare sapranno apprezzare. Lacrima assicurata a fine lettura.

Un libro da leggere con calma

Se c'è un libro che si trova sul mio comodino da più di due anni è Scrivere la vita: più di mille pagine di lettere scritte da Vincent van Gogh principalmente al fratello Theo. Questo non è un libro con il quale mettersi paletti se non quello di gustarselo piano piano quando se ne sente il bisogno. Chi conosce il genio tormentato di van Gogh sa quanto intense siano le sue rappresentazioni della realtà; le lettere riportano quella stessa intensa passione che il pittore metteva nel dipingere paesaggi reali e immaginari, tormentati come la sua anima. Vincent, infatti, era anche un attento lettore e, da ottimo osservatore della realtà, sapeva cogliere l'essenza di ciò che gli accadeva e leggeva al punto da sentirsene sopraffatto emotivamente. Non c'è raccolta di lettere altrettanto bella, ricca e profonda come questa di Vincent van Gogh.

I libri di Virginia per ricordarci l'importanza di esistere

Sarà forse un po' scontato e la categoria non gli farà assolutamente giustizia, ma questo mi è sembrato l'unico modo per descrivere l'importanza dei saggi scritti negli anni da Virginia Woolf. Autrice del cuore per me e molte altre amiche, un'autrice che può far breccia anche negli animi maschili perché non c'è nessuno che parla di libri, letteratura, società come lei. Ironica, pungente ma sempre profondissima, Virginia Woolf è stata prolifica nella scrittura di articoli e saggi che affrontavano questioni spinose della sua - ma anche nostra - società. 

Primo tra tutti, l'importanza della propria esistenza, della propria voce. Il primo saggio che ti consiglio, infatti, è il più famoso: Una stanza tutta per sé, da gustarsi senza pregiudizi e con una matita nella mano libera. 

Altrettanta attenzione deve essere dedicata alla raccolta curata da Liliana Rampello, Voltando pagina. Non si può sbagliare con questo libro se si vuole avere una conoscenza approfondita - ma comunque da poter scandire in vari momenti e a proprio piacere - dell'amore sconfinato di Virginia Woolf per gli aspetti più dinamici della vita: i libri e la letteratura.

Libri da leggere tutti d'un fiato

Perché sì, tutti hanno accanto lettori non proprio forti che hanno bisogno di un libro che non li spaventi. Ne ho due, uno in italiano e uno in inglese per chi vuole tentare la sorte.

L'ignoto ignoto di Mark Forsyth è un libricino che non sapevi di voler leggere. In pochissime pagine l'autore riesce a spiegare, anche con una certa intensità, un concetto al quale non si fa mai caso quando si entra in una libreria: il piacere di non trovare ciò che cercavi, ma ciò che ti serviva. E' quel libro nascosto nell'angolo dello scaffale, o quello schiacciato in mezzo a due mattoni giganti, ma anche quello in cassa insieme agli altri a cui non presti mai attenzione. Insomma, il piacere di trovare un libro che non sapevi ancora di volere.

Art Matters di Neil Gaiman - brillantemente illustrato da Chris Riddell - è un libro illustrato e quando Neil Gaiman parla, tutti tacciamo. Sebbene la prima parte di questo libro avrebbe potuto essere sviluppata meglio, la seconda è ciò su cui punterei tutto: l'importanza del fallimento come spinta per trovare la "propria arte", ovvero il proprio modo di raccontare la realtà, la tua storia e la tua mente.

Credo che anche per quest'anno sia tutto. Avrei voluto fare un lavoro diverso per questa rubrica, ma prendo spunto dall'ultimo libro che ti ho consigliato per farti capire - e far capire a me stessa - quanto sia fondamentale avere la forza di mollare per poter trovare alternative spesso migliori dei primi tentativi. Questi sono i consigli di Neil Gaiman per chi vuole intraprendere una carriera artistica, da freelance o qualsiasi attività che coinvolga la creatività:
  • se hai un’idea di cosa vuoi fare o di cosa ti è stato chiesto di fare, vai e falla. Ed è più difficile di quanto suoni e, qualche volta alla fine, tanto più facile di quanto tu possa immaginare.
  • quando inizi, devi affrontare i problemi del fallimento. Devi avere la pelle dura, imparare che non tutti i progetti sopravviveranno.
  • mentre stai facendo una buona arte, fanne una tua, fai le cose che solo tu puoi fare. L’unica cosa che hai e che nessun altro ha sei tu. La tua voce, la tua mente, la tua storia, la tua visione delle cose. Perciò, scrivi e disegna e costruisci e suona e danza e vivi come solo tu sai fare.
E' su questa nota, spero positiva, che ti auguro tutto il bene, la serenità e la felicità del mondo per queste feste 2019. A presto!

Francesca, Le ore dentro ai libri.

domenica 23 dicembre 2018

dicembre 23, 2018

Letture sotto l'albero - tre libri per quattro lettori

Buongiorno lettore e lettrice e buon inizio feste!

In attesa del terzo articolo sul confronto letterario (clicca qui per il primo e qui per il secondo) sul quale sto lavorando -giuro-, arriva in occasione delle feste natalizie l'atteso appuntamento con le Letture sotto l'albero.


L'anno scorso avevo improntato il nostro percorso su quattro letture che si adattassero al meglio all'atmosfera natalizia che rende un po' tutti più buoni - non tutti, alcuni rimangono i Grinch della situazione -. Quest'anno, invece, il nostro viaggio sarà un po' diverso: parto dalla doverosa premessa che in questi ultimi mesi ho fatto molta fatica a leggere libri che non fossero per l'università e che quindi le letture a tema natalizio hanno trovato poco spazio tra i mille impegni letterario-universitari dell'ultimo periodo. In ogni caso, non sono mancati i libri giusti per prepararsi all'atmosfera natalizia anche se, questa volta, si aggiungono alla lista dei libri che non avevo preso in considerazione. Da suggerimenti sparsi di qualche lettore e lettrice come te, sono giunta alla conclusione che quest'anno, le letture sotto l'albero saranno dei consigli di lettura e per gli acquisti con il fine rendere il Natale un po' più libresco e speciale non solo per te ma anche per chi ti sta vicino. Si tratta di libri che ho letto e amato e libri che ho regalato a chi voglio bene.

Doverose premesse e spiegazioni concluse, perciò passiamo ai libri!

Per il lettore natalizio

Abbiamo tutti un amico, un'amica o un familiare che non riesce a fare a meno di leggere un libro a tema con il periodo, che sia Natale, Halloween, l'estate o la primavera. Nel caso in cui nemmeno tu riesca a fare a meno di questa preparazione libresca in vista di un evento come, in questo caso, il Natale, ho qui pronti per te alcuni titoli che potrebbero aiutare.


Nel 2016, Iperborea ha avuto un'idea perfetta per preparare i suoi lettori al Natale pubblicando uno dei romanzi considerati il A Christmas Carol nordico. Sto parlando de Il pastore d'Islanda di Gunnar Gunnarson, che ho regalato a mio padre proprio due anni fa per Natale per farlo avvicinare piano piano al mio mondo di letture e di studi - visto che studio letterature nordiche -. Come le saghe islandesi, anche Il pastore d'Islanda si struttura come un cammino di uno per diventare, alla fine, il cammino di tutti, una parabola universale che, in questo caso, è avvolta da un clima rigido e nevoso e spesso sconosciuto ai lettori italiani.


Per questo Natale non posso lasciare da parte una casa editrice alla quale sono molto legata e che pubblica sempre storie magiche confezionate con una grafica meravigliosa. Anche quest'anno, Antonella, Lorenzo e Alessandro di ABEditore si sono barcamenati nella pubblicazione di un nuovo blocco di Imbustastorie, questa volta tutto tematico. Le quattro nuove bustine contengono racconti che vi faranno fare un vero viaggio tematico: dalla magia al doppio, passando per l'incubo e il sogno. Incontriamo autori come Charles Dickens, Marcel Schwob, Franz Kafka o Virginia Woolf ma visto che per ogni bustina si trovano ben cinque racconti, gli autori da scoprire sono molti altri. Insomma, una lettura perfetta da fare sotto le feste quando l'occhio è appesantito dagli abbondanti pranzi con parenti e amici e la mente non riesce a concentrarsi per troppo tempo. Un regalo meraviglioso e un'escamotage per chi non sente di poter andare a colpo sicuro con un romanzo specifico. Queste storie sono perfette per tutti i gusti.

Tornando al Natale come tema principale delle storie, la Bottega dei Traduttori - la stessa che ha collaborato con ABEditore per l'Imbustastorie - ha pubblicato una raccolta di racconti da culture e mondi differenti che mostrano il Natale con occhi diversi dai nostri. Gli autori inseriti nella raccolta sono tanti e anche conosciuti e ogni racconto è illustrato da un disegnatore professionista. Una tenera raccolta di letture da leggere la sera per rilassarsi e godersi a pieno l'atmosfera che solo il Natale può sprigionare.

Per il lettore letterario

Si sa, di lettori ce ne sono di tutti i tipi, anche chi, come la sottoscritta, non può fare a meno della Letteratura - quella con la L maiuscola - e di libri che parlano di libri, di scrittura e di lettura.


Il primo consiglio è un libricino che, sfortunatamente, non è stato ancora tradotto in italiano e che perciò devo proporti in inglese. Si tratta di The Travelling Companion di Ian Rankin, scrittore scozzese innamorato dei suoi territori e in particolare di Edimburgo e autore di una serie di romanzi polizieschi di successo. Lo sai, io non sono una lettrice di gialli o polizieschi - zia Agatha è la sola eccezione - ma con Ian Rankin sono riuscita ad iniziare, finire e farmi quasi piacere Resurrection Men. Rankin non è solo uno scrittore di gialli perché le sue storie non sono mai banali né fisse sul tema dell'indagine. The Travelling Companion, infatti, è un racconto di poche pagine in cui Rankin, lettore appassionato di Robert Louis Stevenson, costruisce una storia attorno ad un dottorando ossessionato dallo scrittore di Dr. Jekyll e Mr. Hyde. Dopo la visita di un collezionista che afferma di avere il manoscritto originale del romanzo più famoso di Stevenson e del racconto mai pubblicato dal titolo The Travelling Companion, per Ronald Hastie inizia una ricerca esasperata che lo porterà molto lontano da se stesso e una conclusione decisamente inaspettata, non solo per lui ma anche per il lettore.


Un regalo che ho ricevuto a novembre e che ho letto con molto piacere è The Gifts of Reading di Robert Mcfarlane, anche questo non tradotto in italiano. Ci sarà una congiura contro i libri belli?
Al contrario degli altri libri consigliati, questo piccolo tesoro scritto da Mcfarlane non è un romanzo e nemmeno un racconto, bensì un saggio sulle gioie della lettura e sull'importanza che i libri possono avere nella vita di ognuno. Il punto di vista affrontato è quello personale di Macfarlane - professore di letteratura inglese a Cambridge - che include anche un percorso di crescita e di riscoperta dei piaceri della lettura. La bellezza di questo piccolo pamphlet - se così vogliamo chiamarlo - è la rilevanza che dà al legame tra i libri e i rapporti tra le persone, perché è vero che i leggere ci aiuta ad estraniarci dal mondo, ma è altrettanto vero che i libri siano un preziosissimo punto di incontro tra le persone.


L'ultimo - ma non ultimo - libro della categoria racchiude in realtà più volumi. Sto parlando dei libri che raccolgono la serie di interviste dal nome Writers at Work della The Paris Review, una rivista letteraria statunitense. Raccolte e pubblicate in inglese inizialmente dalla Penguin (ora da Canongate Books se non erro) e in italiano da Fandango Libri, queste interviste sono un elemento imperdibile nella libreria di un appassionato di letteratura, scrittura e storia della letteratura. Non sono rielaborazioni, saggi o simili, ma vere e proprie interviste riportate su carta a scrittori del calibro di William Faulkner, Truman Capote, T. S. Eliot, Ezra Pound, Philip Roth, John Steinbeck, Alberto Moravia e molti altri. Le raccolte partono dalla seconda metà del secolo scorso per arrivare fino ai giorni nostri, un patrimonio culturale che non ci si può far scappare.

Per il lettore bambino


Un libro che sicuramente ti sorprenderà perché forse poco conosciuto ai più è Roverandom di J. R. R. Tolkien, il padre della Terra di Mezzo e uno studioso di letteratura di tutto rispetto. Edito in inglese da Harper&Collins e in italiano dall'ormai fedele e tolkeniana Bompiani, questo breve racconto è stato scritto da Tolkien per suo figlio Michael dopo che questi aveva perso il suo giocattolo a forma di cane preferito. Storia di un cagnolino, Rover, che viene trasformato in un giocattolo da uno stregone, il racconto diventa una vera e propria quest del piccolo Rover attraverso mondi fantastici, come la luna o l'isola dei cani, per recuperare la propria identità e tornare un cane vero. Un'ottima lettura sia per grandi - appassionati di Tolkien e simili, aggiungerei - che per piccini.


Non potevo non consigliare un libro della tradizione svedese: dopo Astrid Lindgren, Ulf Stark vince il titolo dell'autore più importante di letteratura per bambini in Svezia, in particolare grazie ad un libro dal quale è stato tratto un film che viene trasmesso ogni anno sotto le feste natalizie in tutte le case svedesi: Sai fischiare Johanna? è una piccola e tenera storia sul legame tra nonni - anche in affitto - e nipoti che farebbe sciogliere il cuore anche al Grinch più odioso di tutti.

Se invece il nostro lettore è un po' più esigente e non si accontenta dei quattro capitoli di Ulf Stark, possiamo orientarci su un altro classico della letteratura per bambini, Storie proprio così di Rudyard Kipling, contenute però nel piccolo mondo ABEditore sotto il titolo Il libro delle bestie. Perché non scoprire il motivo per cui, secondo Kipling, l'elefante ha una proboscide così lunga o quale sia stato il risultato di un tentativo di mimetizzazione del leopardo? Meravigliosamente illustrate in questa nuova edizione, queste storie di stampo fantastico e spesso umoristiche non possono proprio mancare tra le letture da fare in panciolle davanti ad un camino...o un termosifone bello caldo se il camino, come me, non lo avete!

Per il lettore forte


Capiamoci, il lettore forte non è colui che riesce a sollevare più di otto libri con un braccio solo, o per lo meno non solo quello. Il lettore forte è colui che si sente pronto e capace di affrontare delle letture alquanto complicate e ingegnosamente strutturate da autori il cui fine non era proprio quello di far rilassare il lettore. La bellezza di questi libri, però, è che nonostante le difficoltà che si possono riscontrare, regalano alla fine un'esperienza di lettura che non si scorderà mai più.

Con cinquecento e passa pagine intrise di un'epopea familiare, La casa della moschea di Kader Abdolah è un libro che potrebbe riservare delle sorprese non da poco. Abdolah ritorna, forse con nostalgia, al panorama familiare di quella che una volta si chiamava Persia e che lui, autore iraniano e rifugiato politico in Olanda, conosce molto bene. L'Islam che viene presentato al lettore è intimo, una religione umana praticamente sconosciuta agli occhi di molti e che accompagna le avventure, anche drammatiche, di un'influente famiglia locale.


Non posso non citare, ora, uno dei libri migliori che abbia letto quest'anno: L'urlo e il furore di William Faulkner, un romanzo corale diviso in quattro sezioni che a fine lettura lascerà te - o la persona a cui lo regalerai - con la sensazione di aver ricevuto in dono uno dei capolavori della letteratura contemporanea. Perché sì, per quanto se ne dica, questo romanzo, che ruota attorno alle tragiche vicende della famiglia Compson, si carica di una profondità emotiva e universale a tutti gli uomini poco eguagliate da altri libri. Quattro sezioni, quattro personaggi diversi, quattro voci che ruotano attorno e raccontano, a modo loro, un unico evento legato ad un personaggio al quale Faulkner non dà voce: Caddie Compson.

Aggiungo alla lista un romanzo che mi è stato regalato da poco e che desideravo ardentemente da qualche mese: Stoner di John Williams, un libro che per me è legato all'amicizia con Sara (The Nerd Writer), che lo ha letto e se ne è innamorata. La storia di William Stoner è una storia apparentemente semplice ma nasconde un'intensità che Sara mi ha saputo trasmettere con pochissime parole molto profonde. Questo romanzo ha tutte le carte in regola per entrare nell'albo dei capolavori della letteratura contemporanea e visto che mi è stato più volte ripetuto di leggerlo - anche e soprattutto perché ho amato Uomini e topi di Steinbeck - non posso che fare altrettanto con te.

Non credo che ci sia più nient'altro da dire se non che ti auguro di passare delle feste serene, in compagnia delle persone che ti fanno stare bene e ti rendono felici. Ah, quasi dimenticavo...buone letture e anche buoni acquisti dell'ultimo momento!

A presto,
Francesca, Le ore dentro ai libri.

martedì 19 dicembre 2017

dicembre 19, 2017

Letture sotto l'albero - quattro consigli di lettura per Natale


Buonasera lettore e lettrice! Finalmente è arrivato dicembre e io non scrivo sul blog da un mese esatto. Quale occasione migliore se non l'avvicinarsi delle feste? Insieme ad esse, si sa, arriva anche quella deliziosa atmosfera natalizia che riscalda tutti dal freddo e che spero faccia sorridere molte persone. Io adoro il Natale e tutto ciò che lo circonda, tant'è che mi emoziono più per le preparazioni della festa che per la festa stessa.

Questo credo sia un ottimo motivo per consigliarti quattro letture a tema per prepararsi al Natale al meglio, unendo il piacere della lettura alla magica atmosfera natalizia. Le letture in questione sono libri che ho letto e che, naturalmente, mi sono piaciuti moltissimo, non solamente per il loro contenuto. Mi piace ricercare edizioni particolari o racconti poco conosciuti e che meritano di acquisire sempre più fama, perciò iniziamo subito!

Pimo libro ad atmosfera natalizia non può che essere la raccolta di racconti più o meno brevi che la Elliot ha raggruppato sotto il nome di Racconti di Natale. Tra gli autori presenti all'interno si annoverano Sir Arthur Conan Doyle, Luisa May Alcott, Oscar Wilde, Hans Christian Andersen e Frank L. Baum tra molti altri.

La bellezza di questa raccolta non risiede solo nella possibilità di leggerla con molta libertà e scegliere da quale racconto iniziare, ma anche nella scelta dei racconti stessi.  I racconti si assomigliano tra loro per il modo in cui raccontano il Natale e vi ho ritrovato molto delle storie di formazione. Da una parte, come la maggior parte delle storie natalizie, questi racconti si pongono l'importante obiettivo di far riflettere il lettore su temi moralmente importanti, ma dall'altra, ogni racconto si differenzia dagli altri.

Con Oscar Wilde, ad esempio, possiamo trovare elementi e simboli della cristianità che non vengono nascosti al lettore bensì inseriti in una narrazione molto delicata, adatta per i bambini. Nella lettera che Mark Twain scrisse alla figlia firmandosi Babbo Natale, invece, veniamo sorpresi dalla crudezza di alcuni passaggi e dalla capacità dello scrittore americano di risultare comunque molto dolce e paterno.

Questa raccolta di racconti è anche un ottimo spunto per scoprire le tradizioni natalizie altrui, come il curioso costume anglosassone, che si ripete spesso nei racconti, di mettere i regali nella calza e non sotto l'albero.

La seconda lettura che ti consiglio è un libricino che, viste le dimensioni, potrebbe benissimo entrare a far parte delle Piccole LettureIl Natale dei vecchi di Ring Lardner, edito Nuova Editrice Berti. Con questo libricino si cambia decisamente atmosfera e dalle storie natalizie a lieto fine si passa ad una narrazione dal retrogusto amaro, ironico ma anche decisamente spassoso. Nelle due storie contenute in questo libricino, I fatti e Il Natale dei vecchi, Lardner non risparmia nessuno e rappresenta con un linguaggio tagliente la società borghese americana tra le due guerre mondiali.

Il contrasto tra una tradizione che con il tempo perde sempre più significato e l'avanzare di una nuova società rivolta al futuro è forse uno dei temi più evidenti del secondo racconto. Il primo, al contrario, ha un tono un po' più divertente ma non manca anch'esso di distruggere il frivolo e ipocrita mondo borghese.



Terzo consiglio per assaporare al meglio l'atmosfera di Natale è Lettere da Babbo Natale di J.R.R. Tolkien che istituì una vera e propria tradizione per i suoi tre figli, Christopher, John e Priscilla. Tolkien, infatti, non era solo un grande studioso di lingua e cultura anglosassone (insegnò la materia per molti anni a Oxford), bensì anche un papà affettuoso e creativo. Il volume Bompiani, recentemente ripubblicato in una nuova edizione, offre al lettore tutte le lettere firmate Babbo Natale che il padre della Terra di Mezzo ha scritto ai suoi figli nell'arco di 20 anni.


Non si tratta, però, solo di semplici risposte alle letterine dei tre piccoli Tolkien, ma di vere e proprie storie sulla vita e le avventure di Babbo Natale al Polo Nord. Tra i disastri dell'Orso Bianco, fido aiutante sbadato di Babbo Natale, e le malefatte dei Goblin, si incontrano sempre più dettagli e personaggi di un mondo che, lettera dopo lettera, prende vita e diventa reale.


Un lettore attento - e forse anche un maniaco come la sottoscritta... - ritroverà sicuramente riferimenti letterari e filologici che dimostrano la grande capacità dell'autore di combinare le sue conoscenze accademiche con una narrazione rivolta ai bambini senza appesantire per niente il racconto.

Lettere da Babbo Natale Ã¨ un libro bello da leggere e anche da vedere grazie alle riproduzioni a colori dei disegni che lo stesso Tolkien ha prodotto per illustrare il contenuto delle lettere.

Quarto ed ultimo consiglio Ã¨ una piccola sorpresa per i lettori più curiosi e appassionati. Cos'è Natale senza A Christmas Carol di Charles Dickens? Ho letto questo libricino per la prima volta l'anno scorso e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa, al punto da aver scritto una recensione proprio il giorno di Natale. Quest'anno, il consiglio non cambia, ma l'edizione sì. A fine novembre Bompiani ha pubblicato Canto di Natale in un'edizione critica con traduzione aggiornata e la riproduzione del manoscritto originale. Più o meno ad ogni pagina corrisponde una pagina di manoscritto e io non potevo farmi perdere un'occasione simile. Il libro è in copertina rigida e i numeri delle pagine sono incorniciati da un piccolo agrifoglio. Cosa stai aspettando?



I consigli, ora, terminano per davvero e spero che siano stati di tuo gradimento.

Ti auguro un felice Natale e buone letture di fine anno.

Ci leggiamo presto,
Francesca, Le ore dentro ai libri.

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