Libri Come 2017 - la Festa del Libro e della Lettura
Buongiorno lettore!
Si è conclusa da pochi giorni Libri Come - Festa del Libro e della Lettura tenutasi dal 17 a 19 marzo all'Auditorium Parco della Musica a Roma, alla quale ho partecipato in veste di ambasciatrice. Probabilmente avrai visto la tempesta di tweet (che ho iniziato ad usare per l'occasione!) e qualche resoconto a fine giornata su Instagram, ma credo che un articolo sul blog possa rendere vera giustizia a questa vera e propria festa letteraria dedicata ai libri.
Libri Come, quest'anno all'ottava edizione, è una festa letteraria a cura di Marino Sinibaldi, Michele de Mieri e Rosa Polacco durante la quale viene dato spazio a scrittori, saggisti ed intellettuali per parlare di sé, di attualità e dei temi che stanno loro più a cuore. Ma, soprattutto, lo spazio viene dato a noi lettori curiosi di conoscere le persone che si celano dietro ad un nome o una copertina, approfondire le nostre conoscenze e scoprire nuovi spazi della letteratura, che siano geografici o mentali. Insomma, Libri Come è la festa di chi è sempre pronto ad imparare e di chi è curioso, una biblioteca viva e pensante animata in tre giorni di fervore culturale.
Libri Come offre ai visitatori un'esperienza di lettura attraverso conferenze, laboratori per le scuole e non, dialoghi, mostre, lezioni e presentazioni alle quali, naturalmente, intervengono quelle tre categorie sopra citate e non solo. Per quanto riguarda l'acquisto dei libri, la libreria Notebook dell'Auditorium ne è fornitissima non solo per quantità ma anche qualità: ho scovato dei saggi, ad esempio, che non avevo mai visto prima da nessuna parte.
In tre giorni circa di fiera ho partecipato a sei eventi e sarebbero stati sicuramente molti di più se avessi avuto tempo e modo di parteciparvici. Andrò in ordine cronologico, non me la sento di fare una lista di cuore perché tutti gli incontri mi hanno trasmesso qualcosa e dato spunti di lettura, chi più chi meno, ed è stata un'esperienza irripetibile.
L'inaugurazione di Libri Come è avvenuta il 16 marzo alle 19:00 in 14 biblioteche di Roma, un viaggio itinerante nella mente di 14 autori diversi. L'evento al quale ho partecipato si è tenuto alla Biblioteca Casa delle Traduzioni a Via degli Avignonesi 32, con ospite Fabio Pedone e l'impresa nella quale lui ed Enrico Terrinoni si sono barcamenati: la traduzione del Finnegans Wake di James Joyce.
Se il tema di quest'anno di Libri Come è confini, non può non essere incluso l'ultimo esperimento dello scrittore inglese. Il confine, come giustamente ha detto Fabio Pedone, è andare oltre sé stessi e usare il linguaggio come ha fatto Joyce nel Finnegans è fare altrettanto. La sfida di superare questo confine è la stessa quando si parla di traduzione, perché riuscire a riportare, per quanto possibile, l'ambiguità linguistica del Finnegans in italiano è una vera e propria impresa. Per Fabio Pedone Joyce ha agito anche nel complicare il linguaggio per liberarsi e riprendere in mano le nostre parole. Così, il linguaggio si ubriaca e il Finnegans ne diventa la Bibbia: ecco che nasce la Guinnesi (Guinness-Genesi).
Ritornerò sull'argomento Joyce qualche riga sotto, perché quello in biblioteca non è stato l'unico incontro con i due traduttori.
Il secondo appuntamento è stato un incontro fatto per caso: parlo della presentazione di Lame di Gabriele Pedullà, un romanzo edito da Einaudi. Segue le vicende di un gruppo di amici sulla soglia dei quarant'anni che si incontrano ogni settimana per pattinare e mantenere unito un cerchio simbolico nel quale sono intrappolati volontariamente. I personaggi sono incapaci di ringiovanire nonostante il grande sforzo che fanno per ritornare agli amati anni '80, ma se prima non si cresce ciò non può avvenire. Ho apprezzato particolarmente il riferimento dell'autore alla maturità incombente e all'Orlando Furioso di Ariosto di cui il romanzo riprende sicuramente alcuni tratti, tra cui i nomi dei protagonisti. Interessante, poi, il procedimento della scrittura spiegato da Pedullà: è una strana ellisse, in cui il libro diventa sempre più chiaro mano a mano che lo si scrive, poi arriva la foschia durante la quale giungono le migliori idee.
Un altro incontro casuale ma sicuramente stimolante è stato con Emmanuel Carrère. Devo ammettere che prima di Libri Come non avevo sentito nemmeno parlarne e ringrazio la fiera per avermelo fatto conoscere. Il dialogo si è svolto in compagnia di un Sandro Veronesi un po' chiacchierone e uno degli argomenti più toccati è stato la moralità: per il Carrère scrittore, giornalista e "documentarista" (come si definisce lui stesso), esiste un limite da non oltrepassare quando si parla di fiducia verso il personaggio che viene ritratto? Infrangerla è facile ma l'autore ha ripetuto come nel suo lavoro sia molto importante agire secondo un principio di onestà verso l'"intervistato". Definitosi un ritrattista, Carrère ha terminato parlando di bonne distance, ossia presentare il reale attraverso qualcosa di molto vicino a noi ma allo stesso tempo lontano, è così che lui scrive.
Ian McEwan ha concluso la serata di sabato deliziandoci con una chiacchierata sul suo nuovo romanzo, Nel guscio, edito da Einaudi, insieme a Marino Sinibaldi e con le letture suggestive di Fabrizio Gifuni. La sincerità e la posatezza di McEwan mi hanno fatta uscire dalla Sala Petrassi con il cuore più leggero e un sorriso che è sparito con difficoltà dopo molte ore. Non si è parlato solo del libro e forse questo è stato il punto a favore del dialogo: la presenza quasi fissa dei bambini nei suoi romanzi è stata "giustificata" dall'autore inglese dalla constatazione che di essi se ne parla poco, nonostante siano una risorsa importantissima. La lacrimuccia è giunta presto, soprattutto quando McEwan ha confessato che aver avuto bambini (ne ha sei!) è stata la cosa migliore che gli sia capitata soprattutto perché sono loro che danno agli adulti un posto dove stare. Una delle cose che invece, a sua detta, non è bravo a fare è proprio scrivere e la varietà di generi dei suoi libri ne è la testimonianza. Scrivere un romanzo non insegna a scriverne altri e ogni pagina bianca è l'inizio, seppur difficoltoso, di un nuovo viaggio portato avanti con curiosità.
Per il tema "oltre i confini" hanno preso parola tre autori rispettivamente tunisino, iraniana e turco: Shukri Al-Mabkhout, Parisa Reza e Burhan Sönmez. A dirigere il dialogo il preparatissimo Luigi Spinola che ha dato il via alla conversazione parlando dei punti in comune tra i tre paesi e, di conseguenza, i tre autori. Il destino dei protagonisti dei loro romanzi non è solo individuale, bensì è legato a quello delle proprie nazioni che subiscono l'influenza di un'islamizzazione politica dopo il fallimento di progetti di modernità. Secondo Al-Mabkhout, la Tunisia è un paese irriversibilmente moderno ma che affonda le sue radici di modernità ancor prima dell'arrivo di Bourghiba. Sebbene la Tunisia descritta nel suo ultimo romanzo, L'italiano, tenda a "spingere i suoi giovani alla rovina", Al-Mabkhout ha concluso il suo intervento con una nota positiva: sono proprio questi giovani che pur fallendo in un paese che non li sostiene, danno vita ad una dinamica culturale in una società conservatrice e ricercando la libertà godono del piacere stesso di vita.
Il discorso dell'imposizione della modernità è ritornato con Parisa Reza, molto vicina alle vicende del suo paese e convinta che le tradizioni di un popolo così antico non possano essere sradicate e cancellate nel giro di dieci anni a favore della modernità, a maggior ragione se introdotta con la forza. L'Iran di oggi è la sintesi del disprezzo sia nei confronti delle tradizioni iraniane che di un Occidente troppo invadente, ma anche della rivoluzione islamista che non ha cambiato solo le sorti di questo paese ma di tutto il Medioriente.
Sömnez, devo ammettere, mi ha fatto venire i brividi. Il nuovo romanzo Istanbul Istanbul mette in mostra la Istanbul più frenetica con quella sotterranea, racchiusa in una cella in cui il tempo è scandito dalle torture e da dieci racconti dei prigionieri. L'autore, vittima di pestaggio da parte della polizia negli anni '90, è stato molto chiaro nei confronti della Turchia, un paese che sta vivendo un vero e proprio struggle about reality in cui il governo censura e gioca con la realtà. "Esistono moltissimi coraggiosi in Turchia e la mia scrittura si fida della realtà di questi oppositori", in particolare di quel gruppo di donne che l'otto marzo, a dispetto della censura, hanno marciato numerose per le strade delle città turche.
Il cerchio si è chiuso come in Finnegans Wake, dove la fine coincide con l'inizio e il mio ultimo incontro di Libri Come 2017 è stato di nuovo con Fabio Pedone ed Enrico Terrinoni. Con loro e con il Finnegans si sono varcati i confini presentati all'apertura della Festa, confini che riguardano soprattutto noi lettori: la storia che Joyce racconta ci obbliga a cambiare il modo di leggere e comprendere i libri, accettare anche che possano non avere una fine o che per comprenderli a pieno basti solamente "leggere ad alta voce".
Insomma, tutte queste righe per farti capire il bagaglio che mi sono portata a casa dopo un fine settimana del genere. Ho scoperto nuovi autori, nuove metodologie, nuovi libri e nuove realtà e approfondito altre che già conoscevo. L'esperienza è stata una delle migliori e ringrazio Libri Come per avermi dato la possibilità di farla nelle vesti di ambasciatrice.
Ti lascio qui sotto la lista dei libri più interessanti scoperti durante la Festa! Spero che l'articolo sia stato di tuo gradimento e di non averti annoiato/a eccessivamente. Fammi sapere se c'eri anche tu e cosa ti ha colpito di più!
Ci leggiamo alla prossima,
Francesca, Le ore dentro ai libri.
Titoli interessanti scoperti a Libri Come:
- Ogni viaggio è un romanzo, Paolo di Paolo, Editori Laterza, 2007
- L'età vittoriana nella letteratura, G.K. Chesterton, Adelphi, 2017
- Il fattore Borges, Alan Pauls, Sur, 2016
- Mio carissimo rospo, Virginia Woolf, Elliot, 2016
- L'arte di fabbricare libri, Washington Irving, Elliot, 2017
- Diario di una scrittrice, Virginia Woolf, Minimum Fax, 2009
- Un'estate con Proust, L. El Makki, Carocci editore, 2015
- Lettori, variazioni sul tipo, Giovanni Previdi, Alessandro Sanna, Gallucci, 2015
- Nero Dickens, a cura di Marisa Sestito, Letteratura universale Marsilio, 2016
- Finnegans Wake. Testo a fronte: 3, James Joyce, Mondadori, 2017
- Istanbul Istanbul, Burhan Sönmez, Nottetempo, 2016
- Giardini di consolazione, Parisa Reza, Edizioni E/O, 2017
- L'italiano, Shukri Al-Mabkhout, Edizioni E/O, 2017
- Nel guscio, Ian McEwan, Einaudi, 2016
- Lame, Gabriele Pedullà, Einaudi, 2017
Si è conclusa da pochi giorni Libri Come - Festa del Libro e della Lettura tenutasi dal 17 a 19 marzo all'Auditorium Parco della Musica a Roma, alla quale ho partecipato in veste di ambasciatrice. Probabilmente avrai visto la tempesta di tweet (che ho iniziato ad usare per l'occasione!) e qualche resoconto a fine giornata su Instagram, ma credo che un articolo sul blog possa rendere vera giustizia a questa vera e propria festa letteraria dedicata ai libri.
Libri Come, quest'anno all'ottava edizione, è una festa letteraria a cura di Marino Sinibaldi, Michele de Mieri e Rosa Polacco durante la quale viene dato spazio a scrittori, saggisti ed intellettuali per parlare di sé, di attualità e dei temi che stanno loro più a cuore. Ma, soprattutto, lo spazio viene dato a noi lettori curiosi di conoscere le persone che si celano dietro ad un nome o una copertina, approfondire le nostre conoscenze e scoprire nuovi spazi della letteratura, che siano geografici o mentali. Insomma, Libri Come è la festa di chi è sempre pronto ad imparare e di chi è curioso, una biblioteca viva e pensante animata in tre giorni di fervore culturale.
Libri Come offre ai visitatori un'esperienza di lettura attraverso conferenze, laboratori per le scuole e non, dialoghi, mostre, lezioni e presentazioni alle quali, naturalmente, intervengono quelle tre categorie sopra citate e non solo. Per quanto riguarda l'acquisto dei libri, la libreria Notebook dell'Auditorium ne è fornitissima non solo per quantità ma anche qualità: ho scovato dei saggi, ad esempio, che non avevo mai visto prima da nessuna parte.
In tre giorni circa di fiera ho partecipato a sei eventi e sarebbero stati sicuramente molti di più se avessi avuto tempo e modo di parteciparvici. Andrò in ordine cronologico, non me la sento di fare una lista di cuore perché tutti gli incontri mi hanno trasmesso qualcosa e dato spunti di lettura, chi più chi meno, ed è stata un'esperienza irripetibile.
Se il tema di quest'anno di Libri Come è confini, non può non essere incluso l'ultimo esperimento dello scrittore inglese. Il confine, come giustamente ha detto Fabio Pedone, è andare oltre sé stessi e usare il linguaggio come ha fatto Joyce nel Finnegans è fare altrettanto. La sfida di superare questo confine è la stessa quando si parla di traduzione, perché riuscire a riportare, per quanto possibile, l'ambiguità linguistica del Finnegans in italiano è una vera e propria impresa. Per Fabio Pedone Joyce ha agito anche nel complicare il linguaggio per liberarsi e riprendere in mano le nostre parole. Così, il linguaggio si ubriaca e il Finnegans ne diventa la Bibbia: ecco che nasce la Guinnesi (Guinness-Genesi).
Ritornerò sull'argomento Joyce qualche riga sotto, perché quello in biblioteca non è stato l'unico incontro con i due traduttori.
Da sinistra: Matteo Nucci, Gabriele Pedullà e Graziella Pulce |
Un altro incontro casuale ma sicuramente stimolante è stato con Emmanuel Carrère. Devo ammettere che prima di Libri Come non avevo sentito nemmeno parlarne e ringrazio la fiera per avermelo fatto conoscere. Il dialogo si è svolto in compagnia di un Sandro Veronesi un po' chiacchierone e uno degli argomenti più toccati è stato la moralità: per il Carrère scrittore, giornalista e "documentarista" (come si definisce lui stesso), esiste un limite da non oltrepassare quando si parla di fiducia verso il personaggio che viene ritratto? Infrangerla è facile ma l'autore ha ripetuto come nel suo lavoro sia molto importante agire secondo un principio di onestà verso l'"intervistato". Definitosi un ritrattista, Carrère ha terminato parlando di bonne distance, ossia presentare il reale attraverso qualcosa di molto vicino a noi ma allo stesso tempo lontano, è così che lui scrive.
Ian McEwan ha concluso la serata di sabato deliziandoci con una chiacchierata sul suo nuovo romanzo, Nel guscio, edito da Einaudi, insieme a Marino Sinibaldi e con le letture suggestive di Fabrizio Gifuni. La sincerità e la posatezza di McEwan mi hanno fatta uscire dalla Sala Petrassi con il cuore più leggero e un sorriso che è sparito con difficoltà dopo molte ore. Non si è parlato solo del libro e forse questo è stato il punto a favore del dialogo: la presenza quasi fissa dei bambini nei suoi romanzi è stata "giustificata" dall'autore inglese dalla constatazione che di essi se ne parla poco, nonostante siano una risorsa importantissima. La lacrimuccia è giunta presto, soprattutto quando McEwan ha confessato che aver avuto bambini (ne ha sei!) è stata la cosa migliore che gli sia capitata soprattutto perché sono loro che danno agli adulti un posto dove stare. Una delle cose che invece, a sua detta, non è bravo a fare è proprio scrivere e la varietà di generi dei suoi libri ne è la testimonianza. Scrivere un romanzo non insegna a scriverne altri e ogni pagina bianca è l'inizio, seppur difficoltoso, di un nuovo viaggio portato avanti con curiosità.
Da sinistra: Sönmez, Spinola, Reza e Al-Mabkhout |
Il discorso dell'imposizione della modernità è ritornato con Parisa Reza, molto vicina alle vicende del suo paese e convinta che le tradizioni di un popolo così antico non possano essere sradicate e cancellate nel giro di dieci anni a favore della modernità, a maggior ragione se introdotta con la forza. L'Iran di oggi è la sintesi del disprezzo sia nei confronti delle tradizioni iraniane che di un Occidente troppo invadente, ma anche della rivoluzione islamista che non ha cambiato solo le sorti di questo paese ma di tutto il Medioriente.
Sömnez, devo ammettere, mi ha fatto venire i brividi. Il nuovo romanzo Istanbul Istanbul mette in mostra la Istanbul più frenetica con quella sotterranea, racchiusa in una cella in cui il tempo è scandito dalle torture e da dieci racconti dei prigionieri. L'autore, vittima di pestaggio da parte della polizia negli anni '90, è stato molto chiaro nei confronti della Turchia, un paese che sta vivendo un vero e proprio struggle about reality in cui il governo censura e gioca con la realtà. "Esistono moltissimi coraggiosi in Turchia e la mia scrittura si fida della realtà di questi oppositori", in particolare di quel gruppo di donne che l'otto marzo, a dispetto della censura, hanno marciato numerose per le strade delle città turche.
Enrico Terrinoni e Fabio Pedone |
Insomma, tutte queste righe per farti capire il bagaglio che mi sono portata a casa dopo un fine settimana del genere. Ho scoperto nuovi autori, nuove metodologie, nuovi libri e nuove realtà e approfondito altre che già conoscevo. L'esperienza è stata una delle migliori e ringrazio Libri Come per avermi dato la possibilità di farla nelle vesti di ambasciatrice.
Ti lascio qui sotto la lista dei libri più interessanti scoperti durante la Festa! Spero che l'articolo sia stato di tuo gradimento e di non averti annoiato/a eccessivamente. Fammi sapere se c'eri anche tu e cosa ti ha colpito di più!
Ci leggiamo alla prossima,
Francesca, Le ore dentro ai libri.
Titoli interessanti scoperti a Libri Come:
- Ogni viaggio è un romanzo, Paolo di Paolo, Editori Laterza, 2007
- L'età vittoriana nella letteratura, G.K. Chesterton, Adelphi, 2017
- Il fattore Borges, Alan Pauls, Sur, 2016
- Mio carissimo rospo, Virginia Woolf, Elliot, 2016
- L'arte di fabbricare libri, Washington Irving, Elliot, 2017
- Diario di una scrittrice, Virginia Woolf, Minimum Fax, 2009
- Un'estate con Proust, L. El Makki, Carocci editore, 2015
- Lettori, variazioni sul tipo, Giovanni Previdi, Alessandro Sanna, Gallucci, 2015
- Nero Dickens, a cura di Marisa Sestito, Letteratura universale Marsilio, 2016
- Finnegans Wake. Testo a fronte: 3, James Joyce, Mondadori, 2017
- Istanbul Istanbul, Burhan Sönmez, Nottetempo, 2016
- Giardini di consolazione, Parisa Reza, Edizioni E/O, 2017
- L'italiano, Shukri Al-Mabkhout, Edizioni E/O, 2017
- Nel guscio, Ian McEwan, Einaudi, 2016
- Lame, Gabriele Pedullà, Einaudi, 2017
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